"It is of the essence of the demand for equality before the law that people should be treated alike in spite of the fact that they are different."

 

Friedrich A. Von Hayek 

 

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On "the mirage of social justice", in Italian (sorry!), from "Law, legislation and liberty" :

 

Il miraggio della giustizia sociale.



La conquista dell'immaginazione pubblica attraverso la "giustizia sociale"

L'appello alla "giustizia sociale" è tuttavia diventato al giorno d'oggi il piu usato, e l'argomentazione piu efficace nelle discussioni politiche. Pressoche ogni richiesta di "azione governativa" a favore di determinati gruppi è avanzata in suo nome, e se si riesce a far risultare che una certa misura è richiesta dalla "giustizia sociale" l'opposizione ad essa si indebolisce rapidamente. La gente puo discutere sul fatto che una misura particolare sia richiesta o meno dalla "giustizia sociale". Tuttavia si mette raramente in dubbio che questo sia lo standard che dovrebbe guidare qualsiasi azione politica, e che l'espressione abbia un significato preciso. Di conseguenza, oggi non vi sono probabilmente movimenti o personalità politiche che non facciano prontamente appello alla "giustizia sociale" per sostenere misure particolari da loro patrocinate.
Non si puo inoltre negare che la richiesta di "giustizia sociale" abbia già trasformato in maniera notevole l'ordine sociale e stia continuando a farlo in una direzione che neppure coloro che la avanzarono avrebbero mai immaginato. Benchè questa locuzione abbia indubbiamente aiutato occasionalmente a rendere la legge piu equa per tutti, resta pero dubbio se la richiesta di giustizia, per quanto concerne la ripartizione dei benefici, abbia reso la societa piu giusta o ridotto il malcontento.
L'espressione ovviamente descrisse sin dall'inizio le aspirazioni alla base del socialismo. Anche se il socialismo classico e stato generalmente definito tale per la sua richiesta di socializzazione dei mezzi di produzione, questo fu principalmente un mezzo ritenuto essenziale per poter portare avanti una "giusta" distribuzione della ricchezza; e poichè piu tardi i socialisti scoprirono che questa redistribuzione poteva avvenire in gran parte, e con una minore resistenza, tramite la tassazione (e i servizi statali finanziati da essa), ed hanno in pratica spesso abbandonato le loro richieste originarie, la loro promessa principale e diventata la realizzazione di una "giustizia sociale". Si puo quindi dire a questo punto che la principale differenza che intercorre fra l'ordine della società a cui il liberalismo classico aspirava e il tipo di società in cui la prima è stata trasformata è che questa era governata da principi di giusta condotta individuale, mentre la nuova societa deve soddisfare le richieste di una "giustizia sociale", o in altre parole, che la prima richiedeva azioni giuste da parte degli individui mentre quest'ultima ha collocato sempre piu il dovere di giustizia nelle mani di autorità che hanno il potere di comandare alla gente cosa fare.
Tale espressione potè esercitare quest'effetto poichè fu presa ai socialisti non soltanto da altri movimenti politici ma anche dalla maggior parte dei predicatori di moralità. In particolare essa sembra essere stata adottata da gran parte del clero di tutte le chiese cristiane, il quale, perdendo sempre piu la propria fede nella rivelazione divina, sembra aver cercato rifugio e consolazione in una nuova religione "sociale" che sostituisce una promessa di giustizia temporale a una divina. Così il clero spera di poter continuare il proprio sforzo di fare del bene. Specialmente la chiesa cattolica romana ha reso parte integrante della sua dottrina ufficiale la "giustizia sociale"; ma i ministri della maggior parte delle altre confessioni cristiane paiono gareggiare fra loro con tali offerte di fini piu mondani - i quali sembrano anche procurare il fondamento principale a rinnovati sforzi ecumenici.
I diversi governi autoritari e dittatoriali dei nostri giorni hanno ovviamente proclamato anche loro la "giustizia sociale" quale loro scopo principale. Si sa dalla voce autorevole di Andrei Sakharov che milioni di uomini in Russia sono vittime di un terrore che "cerca di nascondersi dietro lo slogan della giustizia sociale".
L'impegno verso la "giustizia sociale" è infatti diventato il principale sfogo emotivo, la caratteristica peculiare dell'uomo buono, e il segno riconosciuto del possesso di una coscienza morale. Sebbene a volte la gente possa restare perplessa nel dire quali delle rivendicazioni conflittuali avanzate in suo nome siano valide, pressochè nessuno dubita che quest'espressione abbia un significato ben preciso, descriva un alto ideale, e indichi i difetti dell'ordine sociale esistente, che necessita urgentemente di correzioni. Sebbene fino a poco tempo fa si sarebbe cercato invano, nella ampia letteratura esistente, una sua chiara definizione, sembra tuttavia non vi siano dubbi, fra la gente comune come fra i dotti, che l'espressione abbia un senso compiuto e ben definito. Tuttavia l'accettazione quasi universale di un credo non prova che questo sia valido e neppure che abbia significato, non piu di quanto la comune credenza nei fantasmi e nelle streghe provava la validita di queste idee. Ciò con cui si ha a che fare nel caso della "giustizia sociale" è semplicemente una superstizione quasi religiosa che si dovrebbe lasciar perdere finchè essa serve unicamente a rendere contento chi la detiene, ma che si deve combattere nel momento in cui diventa un pretesto per costringere gli altri. La fede diffusa nella "giustizia sociale" è probabilmente al giorno d'oggi la minaccia piu grande nei confronti della maggior parte degli altri valori di una civiltà libera.
Non si sa se Edward Gibbon avesse torto o meno, ma non ci sono dubbi che le credenze religiose e morali possano distruggere una civiltà e che, dove prevalgono tali dottrine, non soltanto i credo piu sentiti ma anche le più venerate guide spirituali, a volte figure di santi il cui altruismo è fuori discussione, possono diventare gravi minacce a quei valori che la gente stessa considera incrollabili. Ci si puo proteggere contro questo pericolo soltanto sottoponendo i nostri sogni di un mondo migliore ad un'analisi razionale spietata.
Sembra credenza comune che la "giustizia sociale" sia semplicemente un nuovo valore morale da aggiungersi a quelli riconosciuti in passato, e che puo essere inserito nella struttura esistente di regole morali. Ciò che però non viene sufficientemente riconosciuto è che per poter dare significato a questa locuzione si dovrebbe cambiare radicalmente l'intero carattere dell'ordine sociale, e si dovrebbero sacrificare alcuni dei valori che sono serviti a governarlo. Tale trasformazione della società in un'altra di tipo fondamentalmente diverso avviene generalmente in modo frammentario e senza consapevolezza del risultato a cui deve portare. Fu la credenza di poter raggiungere la cosiddetta "giustizia sociale" che spinse la gente ad affidare al governo i poteri che questi ora non puo rifiutarsi di usare per soddisfare le rivendicazioni di un numero sempre crescente di interessi particolari che hanno imparato ad usare la formula magica di "giustizia sociale".
Credo che alla fine la "giustizia sociale" verra riconosciuta essere un fuoco fatuo che ha portato gli uomini ad abbandonare molti dei valori che in passato hanno promosso io sviluppo della civilta - un tentativo di soddisfare un desiderio ereditato dalle tradizioni del piccolo gruppo ma che non ha senso nella Grande societa di uomini liberi. Sfortunatamente, questo vago desiderio, che è diventato uno dei vincoli piu forti che incita la gente di buona volontà all'azione, non sara soltanto deluso. Questo sarebbe gia abbastanza triste. Come la maggior parte dei tentativi per raggiungere un traguardo inaccessibile, lo sforzo in favore della "giustizia sociale" produrrà inevitabilmente anche conseguenze altamente indesiderate e soprattutto porterà alla distruzione di quell'ambiente che e indispensabile allo sviluppo dei valori morali tradizionali, vale a dire della liberta personale.

 


Trondheim, 10.12.2001
Andrea Gruber, andrea@andreagruber.net